ANALISI DEL BRANO

ORIENT-OCCIDENT

DI JANNIS XENAKIS

 

 

 

1 PREFAZIONE

 

 

1.1 PROBLEMI CONNESSI CON L’ANALISI

 

Analizzare un brano di musica elettroacustica porta inevitabilmente a scontrarsi con problematiche complesse legate alla natura stessa di questo genere musicale.

Certamente allo stesso modo dell’analisi di una composizione di Mozart o di Chopin è di fondamentale importanza chiarire il contesto in cui il brano nasce, lo stile dell’autore, il fine per cui viene composto, la sua forma e in generale ciò che il brano intende comunicare. Tuttavia il lessico e le metodologie tradizionali di analisi della partitura, riguardanti l’armonia, le scale, la strumentazione, i rapporti tra le durate dei suoni, l’accentuazione, le forme della melodia e l’organizzazione formale dei brani, diventano insufficienti quando si deve affrontare l’analisi di un’opera elettroacustica della quale l’unico testo analizzabile è il testo sonoro.

Ciò diventa ancor più evidente se consideriamo quale è stata l’evoluzione del linguaggio musicale, nell’ambito della musica “colta” occidentale, dalla fine del XIX secolo fino ai nostri giorni. L’ampliamento del paesaggio sonoro, sia a livello timbrico, sia per quanto riguarda le altezze dei suoni utilizzati, nonché l’abbandono di forme strutturali, melodiche e ritmiche, della nostra tradizione musicale, hanno reso necessaria la creazione di nuove modalità analitiche e di un lessico adeguato allo scopo.

La riflessione su tali problematiche è ancora aperta, tuttavia alcuni grandi musicisti e studiosi si sono posti il problema e hanno suggerito nuove modalità analitiche[1]. Alcune di queste teorie sono incentrate sulle caratteristiche spettro-morfologiche dei suoni, come quelle proposte da Pierre Schaeffer nel suo Traité des objets musicaux e poi ampliate e riformulate in modo più sistematico dal compositore neozelandese Denis Smalley. Altre invece propongono un approccio percettivo-cognitivo al testo sonoro, come nel caso delle teorie di McAdams, riprese anche da Doati.


1.2 SOLUZIONI ADOTTATE

 

Per realizzare il presente lavoro di analisi dell’opera Orient-Occident di Iannis Xenakis, dalle teorie della spettro-morfologia ho mutuato i termini di rumore, nodo, nota, per indicare le diverse tipologie spettrali; le espressioni attacco-impulso, attacco-decadimento ravvicinato, attacco-decadimento aperto e continuamento graduale, per quanto riguarda i modelli morfologici; e infine i concetti basilari di moto (lineare, multidirezionale o curvilineo), tessitura e gesto sonoro.

Dalla teoria della scatola sonora di Moore ho preso i concetti relativi ai tre possibili livelli di profondità in cui gli intrecci sonori possono essere collocati nello spazio stereofonico: primo piano, piano intermedio e sfondo.

Infine, ho cercato di suddividere il brano in parti che si potrebbero definire campi temporali, secondo un criterio legato alla teoria dell’analisi uditiva di Thoresen.

Come strumento base per la mia analisi ho innanzitutto elaborato una partitura di lavoro composta dalla rappresentazione grafica dell’onda sonora stereofonica del brano, realizzata con il software Sound Forge 6 della Sonic Foundry, con la quale poter capire lo sviluppo delle ampiezze nel tempo, in modo da rendere più evidenti le caratteristiche di inviluppo dei suoni utilizzati.

Ad essa ho aggiunto l’analisi dello spettro armonico (sonogramma a colori), realizzata sempre con lo stesso software, suddivisa in due sezioni: la prima riguardante l’intervallo di frequenze compreso tra i 20 e i 1500 Hz; e la seconda che comprende le frequenze da 1500 fino ai 4500 Hz. In questo modo risultano più chiare ed individuabili le altezze fondamentali dei suoni utilizzati da Xenakis. Ho volutamente tralasciato le frequenze superiori ai 4500 Hz in quanto non contengono informazioni utili a chiarire gli aspetti costitutivi del brano.

Infine, utilizzando il software di grafica e animazione Macromedia Flash, ho assemblato le due parti del sonogramma e le ho messe in sincrono con la rappresentazione grafica dell’onda sonora e con il file audio del brano stesso. Sulle immagini in movimento ho aggiunto dei riquadri di testo che commentano il brano man mano che questo procede.



[1] Cfr. Camilleri Lelio, Metodologie e concetti analitici nello studio di musiche elettroacustiche, «Rivista Italiana di Musicologia», Vol. XXVIII, numero 1, 1993.